(Da "Amici della Pipa", Anno V - n. 6 novembre-dicembre 1982, p. 5)
Principi fondamentali
Vengo dunque ad esporre quelle che secondo me sono alcune idee base da tenere presenti se e quando si intenda miscelare:- i tabacchi che noi compriamo sono già miscele di singoli tipi di tabacco, fanno eccezione i tabacchi originari, i cosiddetti tabacchi puri (per esempio i Personal del Monopolio) che sono i soli che teoricamente dovrebbero essere usati per miscele casalinghe;
- non ha senso miscelare due prodotti di analogo gusto o meglio direi «tendenza di gusto» – come per esempio due o tre danesi, due o tre olandesi o, peggio ancora, due o tre misture inglesi – perché c'è quasi sempre un fondo di gusto comune ai vari gruppi di tabacchi (per esempio: che risultato si spera di ottenere miscelando due o tre mixture inglesi contenenti latakia quando questo tabacco-condimento caratterizza fortemente le mixture che già lo contengono?);
- non serve miscelare molte varietà di tabacchi: per ottenere gusti decisi bastano due o tre tipi al massimo. E' incredibile pensare a risultati (di che genere?) ottenibili operando con un numero maggiore di componenti. Tanto per fare un esempio – e lungi da me l'idea di imbastire una polemica – nel suo libro «Tabacco per la mia pipa», Bozzini, riportando nella penultima parte i «consigli di amici» (con alcune perle di fantatabaccologia dovute a degnissime persone peraltro famose o popolari in altri campi di interesse e in attività diverse) menziona una miscela composta da sei confezioni di diverse miscele olandesi, inglesi, danesi addizionate a ben 100 grammi di latakia, il tutto per un totale complessivo di 400 grammi di miscela. A parte la notorietà dell'autore – intendo della miscela – io mi domando quanti fumatori, quantunque esperti, saprebbero apprezzare tutta la possibile gamma di sfumature ottenibili variando in diverso modo le singole percentuali dei componenti. Al contrario, con una miscela preparata con due-tre diversi componenti si possono effettuare moltissime variazioni percepibili dal palato modificando anche di poco le percentuali dei pochi componenti;
- vanno tenuti presente, nella miscelazione, due elementi: il volume (intendo la quantità finale ottenibile) e la caratterizzazione (intendo il tipo di gusto finale – inglese, olandese, danese – da ottenere); mi spiego: partendo da una buona mixture inglese cerchiamo di ottenere, mediante aggiunte opportune di altri tabacchi, una quantità – diciamo doppia – di miscela casalinga che mantenga la tipica caratterizzazione della mistura inglese e che, possibilmente, migliori qualche caratteristica degli ingredienti di partenza;
- il taglio dei diversi tabacchi va reso quanto più possibile omogeneo sbriciolando, sfilacciando con i palmi delle mani, per esempio, i tabacchi di tipo Cavendish e tagliuzzando con forbici i componenti delle mixture inglesi ed eventualmente, se sono graditi, i sigari;
- non aggiungere acqua o liquori vari che portano in campo nuovi elementi di disturbo come ad esempio sentori di «umidiccio» tipici di certi tabacchi che prendono male l'acqua (per esempio, certi tabacchi da sigaro), o peggio, come il caso dei liquori, aromatizzazioni diverse e fermentazioni non so fino a che punto gradevoli e produttive. Sono convinto che piuttosto che umidificare una miscela resasi secca è più utile e conveniente (per il gusto) far di tutto perché i vari tabacchi mantengano nel vaso portatabacco il grado di umidità originario, quello, per intenderci, di quando sono stati tolti dalle rispettive confezioni. Nel caso in cui dovesse essere necessario rendere più soffice una miscela che per un qualunque motivo fosse diventata troppo secca, basta aggiungere poche gocce d'acqua alla spugnetta del portatabacco. Personalmente, quando ne sono costretto, uso bagnare la spugnetta con qualche goccia di acqua minerale naturale. Non è una pignoleria: l'acqua di rubinetto, specie se aggiunta in abbondanza, fa sentire nel tabacco l'odore e il sapore del cloro utilizzato per disinfettare l'acqua potabile delle condotte cittadine. Come «ultima ratio» sono del parere che sia preferibile fumare una miscela anche eccessivamente secca piuttosto che rovinarla irreparabilmente con una umidificazione eccessiva;
- non aggiungere mai, nelle miscele fatte in casa, sostanze estranee che col tabacco non hanno nulla a che fare, e che in ultima analisi finiscono per snaturare qualunque tabacco e disturbare qualunque miscela; mi riferisco ad aggiunte di bucce o parti di frutta o altre cose incredibili; vini, petali di fiori, insetti, fave esotiche, sono tutte cose forse anche grandemente apprezzabili se utilizzate nel modo a loro più confacente, ma certamente da non bruciare nella pipa insieme al tabacco;
- da seguire con cautela è a mio avviso anche la pratica di lasciare a «stagionare» il vaso con la miscela appena realizzata vicino a fonti di calore, per esempio sul termosifone, per un tempo più o meno lungo e affinché si amalgamino meglio i diversi aromi dei componenti (il calore sarà più utile solo in una evenienza, come dirò fra poco). Ritengo utile però lasciare a riposo per qualche tempo la miscela personalmente realizzata, ma senza rigorosi limiti di tempo;
- non considerare assolutamente, ai fini della miscelazione, tabacchi granulari e tabacchi a filamenti troppo sottili; credo sia inutile evidenziare che è impensabile l'utilizzo di tabacco per sigarette anche se da più parti si è letto il consiglio di sbriciolare questa o quella sigaretta;
- un'ultima, ma opportuna considerazione, è quella legata alla saggia determinazione di operare sempre con piccoli quantitativi specialmente quando si è nella fase della «ricerca», quando si sperimenta la novità. Nel momento in cui i risultati non dovessero soddisfare (o con sano senso critico si ammette di avere inutilmente pasticciato) si può buttare via tutto senza grosso danno economico o… si prenderà in considerazione l'idea di bruciare la miscela sbagliata per affumicare i salumi fatti in casa. Battuta di spirito a parte, è da insensati miscelare grosse quantità di tabacchi se prima non si sa che cosa vien fuori.
Esperienza personale
Dopo le iniziali premesse e l'esposizione di quelle che ritengo personalmente essere alcune essenziali idee-base nella preparazione delle miscele casalinghe, dirò come mi comporto io e ciò non per presunzione, ma nella serena consapevolezza che molte mie piccole malizie possano tornare utili a tanti principianti; e pur con la convinzione che conseguentemente offrirò il fianco alle critiche – graditissime se sono frutto di esigenza di confronto – degli amici lettori rivelando le mie personali inclinazioni di gusto in fatto di tabacchi e miscele.Dunque, compongo le mie miscele con due soli tabacchi per volta, salvo qualche piccola addizione di tabacco da sigaro. Ho già anticipato che le mie predilezioni vanno ai tabacchi inglesi per cui le poche, pochissime miscele personali che fumo con soddisfazione sono sempre ottenute con una mixture inglese a cui aggiungo un olandese non aromatico (regular) tipo Cavendish che è in pratica una base «neutra» o quasi, che non altera la caratterizzazione della mixture e nel contempo consente un insieme di buona combustibilità; da cui consegue un fumo asciutto (mi riferisco alla pipa), corposo, gustoso e – se addizionato con un po' di sigaro – adatto anche alle belle, lunghe fumate della sera, in poltrona, dopo cena.
Per queste miscele uso John Cotton 1 & 2, Balkan scatola nera, Balkan scatola bianca, qualche Dunhill di volta in volta per lo più addizionato all'Amphora Regular. Per un altro gruppo di miscele utilizzo invece il Troost Aromatic addizionato alla London Mixture di Dunhill o al Sullivan Gentleman. L'insieme è gradevolissimo sia per leggerezza che per gusto, delicato e ben accetto anche a chi sta vicino al fumatore e fumatore non è. In linea di massima non mi va di combinare altro e ormai sono personalmente orientato verso le miscele del primo tipo, mentre preparo le seconde per lo più per la consorte (che ormai si è abituata alla fumatina serale) o per quache amico o parente da me iniziato alla Pipa, o, di tanto in tanto, per me stesso, per qualche fumata mattutina. Personalmente amo fumare le mixture inglesi da sole (molte di esse non mi sognerei mai di miscelarle con altri tabacchi); un po' per i motivi esposti all'inizio di questa chiacchierata e un po' per motivi «culturali» sento pur sempre il desiderio di provare e conoscere, salvo poi tornare alla mia miscela personale che ormai fumo sempre e con soddisfazione.
Per quanto riguarda la procedura, opero in questo modo. Aperta la busta del Cavendish che intendo utilizzare, lo sbriciolo sfregandolo con una leggera pressione tra i palmi delle mani: l'insieme deve avere un aspetto il più possibile omogeneo con il tabacco ridotto in pezzetti minuti e ben sfilacciati. Aperta la scatola della mixture, con le forbici tagliuzzo il tabacco per ridurlo in pezzetti simili a quelli precedentemente ottenuti con l'olandese; quindi mi preoccupo di miscelare, su un grande foglio di carta, i due tabacchi con la maggior cura possibile. Se intendo aggiungere tabacco da sigaro, lo faccio dopo aver sbriciolato il sigaro stesso e sminuzzato, con le mani e con le forbici, il tabacco aggiungendolo e miscelandolo al mucchio già in precedenza ottenuto.
Potrà sembrare una pignoleria inutile, ma non tornerà vano passare il tutto in uno scolino da cucina per eliminare la polvere e le parti troppo minute che potrebbero dar fastidio quando poi si fumerà. A volte, infatti, capita che il tabacco olandese contenuto in busta sia troppo secco, il che si può in precedenza accertare premendo leggermente la busta con le dita: se si sente scricchiolare, allora vuol dire che il tabacco è troppo secco, per cui manipolandolo si rischia di sbriciolarlo troppo e di ottenere troppa polvere e pezzetti minuti, inutilizzabili nella pipa. In tal caso ricorro a questo espediente: inumidisco due striscioline di carta assorbente con acqua pura e, dopo averle strizzate in una salvietta, le sistemo della busta appena aperta, una da un lato ed una dall'altro; richiudo la busta e la pongo su un termosifone per circa mezz'ora, un'ora al massimo dopo aver interposto tra la busta di tabacco e il termosifone una salvietta o strofinaccio pulito più volte ripiegato per evitare danni all'involucro plastico (che oltre a tutto se si scotta potrebbe portare cattivi sapori al tabacco contenuto all'interno).
Trascorso il tempo su indicato, apro la busta e il tabacco avrà una umidità omogenea che consente lo sbriciolamento senza danni: nel caso in cui questa umidità risultasse eccessiva, si lascia per qualche tempo il tabacco stesso all'aria sul foglio di carta prima o anche dopo averlo miscelato alla mistura inglese, dopo di ché si mette tutto nel vaso porta-tabacco. Personalmente lascio l'olandese all'aria – dopo averlo manipolato – in modo che sia piuttosto tendente all'asciutto quando sarà unito alla mistura inglese in quanto quest'ultima è quasi sempre ben umida nella sua scatola originale. Ritengo ottimale il grado di umidità raggiunto dalla miscela ottenuto semplicemente lasciando che la mistura ceda parte della sua umidità all'olandese piuttosto asciutto; mi pare che così ne guadagni anche il sapore. Tutto, poi, sta a rimescolare di tanto in tanto nel caso e accertarsi della chiusura ermetica del coperchio in modo tale che sia garantito il mantenimento pressoché costante del grado di umidità.
Concludendo, penso che ogni fumatore dovrebbe provare e riprovare con qualche miscela preparata personalmente e per propria cultura fumare quanti più tabacchi e miscele gli è possibile reperire tra quelle già pronte sul mercato. Si accorgerà, però, col passare del tempo, che gli tornerà gradita sempre più una miscela o mistura tra quelle personalmente preparate. Una cosa è certa: così come è capitato a molti amici e a me stesso dopo anni e anni di fumo con un centinaio di pipe e con non so più quanti tabacchi, non tornerà più a certi tabacchi e miscele assaggiati anche una sola volta o più «visitati» nella ostinazione di volerci trovare qualcosa, e ciò perché prima o poi si dovrà pur finire di ritenere inutile perdita di tempo e di danaro il ritorno a qualcosa che ci ha lasciato l'amaro in bocca.
Sarò sempre dell'avviso che sia un punto di arrivo per il fumatore maturo il fermarsi su una propria miscela anche se di tanto in tanto potrà indulgere a «spiluccare» diversamente per amore di conoscenza. Ritengo però prerogativa dell'uomo «colto» la disponibilità ad accettare ciò che si ritiene buono nelle novità, senza arroccamenti su irriducibili posizioni preconcette ma con la disponibilità a verificare le proprie convinzioni alla luce di un confronto corretto, non pretestuoso, con le opinioni degli altri.
Il tutto, ovviamente, tenendo sempre presente che «de gustibus…».
Floro Caccia
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